Approfondimento sulla parola "Risonanza"
“Dall’etimologia latina, la risonanza è innanzitutto un fenomeno acustico: “re-sonare” significa riecheggiare, fare eco. … Il concetto di risonanza descrive una relazione specifica tra due corpi nella quale la vibrazione dell’uno suscita l’attività propria (la vibrazione propria) dell’altro. Se si colpisce un primo diapason, il secondo, se si trova in prossimità, si mette a vibrare nella sua propria frequenza. … la risonanza si produce solo quando la vibrazione di un corpo produce la frequenza propria dell’altro.
Su questo piano fisico-acustico si constata già che due corpi legati da un rapporto di risonanza parlano ognuno con con una ‘voce propria’. La vibrazione dei due corpi può a sua volta esercitare un reciproco rafforzarsi che aumenterà le ampiezze vibratorie.”
La risonanza “rapportata a una teoria della relazione con il mondo descrive un modo di essere al mondo, cioè una modalità di relazione specifica tra tra il soggetto e il mondo. L’idea centrale è qui che le due entità della relazione, situate in un medium capace di vibrazione (uno spazio di risonanza) si toccano reciprocamente in modo che esse appaiano come due entità che si rispondono reciprocamente parlando con una loro propria voce… questa è la ragione per cui la risonanza deve essere distinta dall’eco, in senso proprio come figurato: l’eco non possiede una voce propria, si verifica per così dire meccanicamente, senza variazione: nell’eco non risuona che ciò che ci è proprio, e non ciò che risponde.”
“La risonanza non è uno stato emotivo ma una modalità di relazione al mondo”
“Alla radice dell’esperienza di risonanza c’è il grido del non riconciliato e la sofferenza dell’alienato. Essa ha come cuore, non il rifiuto o la repressione di ciò che resiste, ma la certezza momentanea, solamente anticipata, di un “e tuttavia!” portatore di un superamento. E’ necessario che venga prima fatta esperienza dell’alienazione perché possano formarsi delle relazioni di risonanza. Così, la capacità di risonanza e la sensibilità all’alienazione si generano e si rafforzano reciprocamente e il grado di fluidificazione della relazione risonante si misura in base all’esperienza di repulsione e di sofferenza causata dall’indifferenza”
“Non è affatto sorprendente, a questo proposito, che le forme artistiche, filosofiche, anche mistiche di assimilazione del mondo siano spesso il frutto di esperienze dolorose di alienazione o di repulsione: attraverso il loro tentativo di stabilire e di enunciare delle relazioni risonanti, i compositori, gli scrittori, i filosofi e persino i sociologi (da Beethoven ai Beatles, da Hesse a Horváth, da Habermas a Honneth o da Sartre a Camus) reagiscono a delle esperienze di alienazione spesso profonde e durature vissute nella loro infanzia o giovinezza. La risonanza creativa è allora l’espressione e il risultato di una lotta per assimilare il mondo che non avrebbe mai potuto essere avviata se la situazione originaria non avesse generato un malessere duraturo”
Hartmut Rosa, Risonanza
“La risonanza è una specifica forma di relazione che possiamo di fatto mutuare dalla musica. Prendiamo due corpi che entrano in una reciproca relazione di risonanza, due casse di risonanza, ad esempio un violino e una chitarra. Tali strumenti restano all’interno del proprio linguaggio. Ma se indotti a risuonare insieme, suonano in modo diverso. …
C’è un carattere fisico, legato intimamente al corpo, del termine risonanza e dell’esperienza a cui rinvia. Sotto questa luce, risonanza, dal latino re-sonare descrive una specifica relazione tra due corpi capaci di oscillare in cui l’oscillazione dell’uno stimola l’attività autonoma dell’altro. Se si percuote un diapason, un secondo diapason che si trovi nei pressi inizia a co-vibrare con una frequenza sua propria, essa si produce soltanto se, attraverso l’oscillazione di un corpo, viene sollecitata la frequenza propria di un altro corpo.
Il fenomeno: già sul piano acustico musicale i tratti essenziali del fenomeno si manifestano per Rosa nitidamente. Primo: in un rapporto di risonanza entrambi i corpi parlano di volta in volta con una voce propria; non si limitano a riecheggiare ma rispondono e ricevono risposta, entrano in una relazione responsiva. Risonanza è risposta.
Secondo: la conseguenza di due corpi che rispondono alla vibrazione dell’altro e che per un certo tempo oscillano all’unisono, agiscono in perfetta sincronia. Risonanza è sincronia.Terzo: un rapporto di risonanza esige un medium, un ambiente propizio che consente il formarsi degli effetti descritti, ma senza alcun tipo di costrizione esterna, liberamente. Risonanza è spazio.”
Dall’introduzione a “Pedagogia della risonanza” di Hartmut Rosa e Wolfgang Enders