MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction)-A

Un percorso per la riduzione della sofferenza psico-fisica (stress) basato sulla consapevolezza rivolto agli adolescenti.

La meditazione non va utilizzata per pacificare tutto, ma per sentire gli strappi, le lacerazioni, le paure di un’epoca e di un individuo che ne fa parte, e trasformarle in punto di partenza per una nuova fiducia e un senso di responsabilità che è capacità di rispondere alle sfide che ogni tempo propone a noi esseri umani sapendo che siamo fatti per farcela. È il concetto di farcela che va riscritto in noi, non piú la conquista, la sfida, la crescita all’infinito, ma il sintonizzarsi, l’ascolto umile e attento degli insegnamenti che bussano nei fili d’erba e negli astri, nelle zanzare e negli elefanti, nelle creature che stanno scomparendo e in tutto quello che resta, nella responsabilità di stare svegli e sensibili in questo immenso non-sapere.

Chandra Livia Candiani

Cos’è l’MBSR-A e a chi è rivolto

L’MBSR-A è un percorso introduttivo alla mindfulness-consapevolezza e si rivolge ai/alle  ragazzi/e  del triennio delle superiori (16-19 anni)

Mindfulness, che significa consapevolezza, è tutto ciò che ci permette di imparare a orientare l’attenzione verso la nostra esperienza così come questa si presenta e si sviluppa, momento dopo momento, con una curiosità aperta e un’accoglienza priva di giudizio. Piuttosto che preoccuparsi di ciò che è stato o di ciò che potrà accadere, ci allena a rispondere in modo adeguato a qualsiasi cosa stia accadendo proprio ora, che sia piacevole o spiacevole.

L’origine dell’MBSR

Costituisce un adattamento per gli adolescenti del protocollo di Jon Kabat-Zinn per gli adulti sviluppato da Enrica Jalongo e proposto a gruppi di adolescenti nel corso degli ultimi dieci anni, a partire dal 2013.

Lo sviluppo del percorso

  • otto incontri  settimanali di pratica della durata di 2.00 h  
  • una serie di esercizi guidati quotidiani da svolgere a casa tra una sessione e l’altra, che richiedono l’impegno di circa 30 minuti

Il senso dell'esperienza

Oggi c’è un nocciolo profondo da considerare e che emerge con chiarezza dall’esperienza: viviamo in una società caratterizzata dall’iper-ideale, competitiva, nella quale la fragilità adulta ha costruito un sistema nel quale l’inadeguatezza è inevitabile e tutto ciò che è dolore va rimosso e la difficoltà coincide sempre con il fallimento. C’è una grande assenza del valore della sofferenza e della vulnerabilità. 

La dimensione dell’identità vissuta dagli adolescenti è quella di una profonda inadeguatezza ma i canali comunicativi sulla sofferenza sono chiusi da parte degli adulti. Il bisogno di identità e il disagio sono profondi e l’identità reale fatica veramente ad emergere. Spesso si apre la via delle patologie più diffuse, dai disturbi dell’alimentazione agli attacchi di panico all’autolesionismo, al ritiro.

In tutto questo emerge come importante la possibilità di ritrovare un cammino da protagonisti passando dalla condizione autoreferenziale ad una condizione di capacità di rapporto con la realtà e gli altri e di far maturare una capacità di sintonizzarsi con il cuore. 

Ma qui arriva un possibile fondamentale contributo del lavoro di consapevolezza: cercare di fondare dentro di sé un nucleo forte della propria presenza, di un rapporto vivo con la realtà, ricco, attraverso l’esperienza del momento presente, sperimentando anche la possibilità di stare nella sofferenza. L’apertura nel cuore anche nella sofferenza e anche la possibilità della connessione ad una dimensione spirituale di senso.

Altro elemento che mi sembra cruciale è il lavoro sulla dimensione della lentezza e della profondità che si apre nell’attenzione al momento presente. 

Il frutto dell'esperienza

La mindfulness è una via sulla quale iniziare a stare in rapporto con la fatica e la sofferenza in un modo diverso. Come?

  • La consapevolezza ci accompagna e ci ancora nel momento presente grazie a una riduzione della focalizzazione sul passato o sul futuro e una maggiore attenzione al qui ed ora: essere presenti può dare chiarezza e vivacità all’esperienza e creare una più alta qualità dell’esperienza del momento
  • la mindfulness lavora sul radicamento della coscienza nel presente rendendo la mente meno incline ad essere catturata da narrazioni mentali che si autogenerano in riferimento al passato e al futuro e che coinvolgono ruminazione, ansia, rimpianto e altre esperienze che possono impedire una presenza serena nel quotidiano; quindi riduce la ruminazione, il pensare in modo distorto, le preoccupazioni, il monologo interiore negativo, il giudizio
  • Incrementa l’empatia, la pazienza, lo stare con quel che c’è e la gentilezza rispetto a se stessi e agli altri
  • Si focalizza sullo sviluppo di equilibrio nell’attenzione, nei pensieri e nelle emozioni 
  • Può sviluppare la capacità di diventare più consapevoli delle emozioni e rivolgere uno sguardo più chiaro ai nostri modi di pensare e di sentire consentendo di rispondere liberamente piuttosto che reagire sulla base dell’abitudine e delle circostanze riproducendo in modo inconsapevole modalità automatiche.

Voci dalle esperienze

Al termine del percorso, in una pratica di scrittura creativa, i partecipanti rispondono a queste domande: 

  • Che cosa mi resta di questo percorso in questo momento? 
  • Che cosa sento di avere imparato di me stesso/a?
  • Quali punti di me stesso/a ho toccato da vicino?

Cos’è l’MBSR-A e a chi è rivolto

L’MBSR-A è un percorso introduttivo alla mindfulness-consapevolezza e si rivolge ai/alle  ragazzi/e  del triennio delle superiori (16-19 anni)

Mindfulness, che significa consapevolezza, è tutto ciò che ci permette di imparare a orientare l’attenzione verso la nostra esperienza così come questa si presenta e si sviluppa, momento dopo momento, con una curiosità aperta e un’accoglienza priva di giudizio. Piuttosto che preoccuparsi di ciò che è stato o di ciò che potrà accadere, ci allena a rispondere in modo adeguato a qualsiasi cosa stia accadendo proprio ora, che sia piacevole o spiacevole.

L’origine dell’MBSR-A

Costituisce un adattamento per gli adolescenti del protocollo di Jon Kabat-Zinn per gli adulti sviluppato da Enrica Jalongo e proposto a gruppi di adolescenti nel corso degli ultimi dieci anni, a partire dal 2013.

Lo sviluppo del percorso

  • otto incontri  settimanali di pratica della durata di 2.00 h  
  • una serie di esercizi guidati quotidiani da svolgere a casa tra una sessione e l’altra, che richiedono l’impegno di circa 30 minuti

Il senso dell'esperienza

Oggi c’è un nocciolo profondo da considerare e che emerge con chiarezza dall’esperienza: viviamo in una società caratterizzata dall’iper-ideale, competitiva, nella quale la fragilità adulta ha costruito un sistema nel quale l’inadeguatezza è inevitabile e tutto ciò che è dolore va rimosso e la difficoltà coincide sempre con il fallimento. C’è una grande assenza del valore della sofferenza e della vulnerabilità. 

La dimensione dell’identità vissuta dagli adolescenti è quella di una profonda inadeguatezza ma i canali comunicativi sulla sofferenza sono chiusi da parte degli adulti. Il bisogno di identità e il disagio sono profondi e l’identità reale fatica veramente ad emergere. Spesso si apre la via delle patologie più diffuse, dai disturbi dell’alimentazione agli attacchi di panico all’autolesionismo, al ritiro.

In tutto questo emerge come importante la possibilità di ritrovare un cammino da protagonisti passando dalla condizione autoreferenziale ad una condizione di capacità di rapporto con la realtà e gli altri e di far maturare una capacità di sintonizzarsi con il cuore. 

Ma qui arriva un possibile fondamentale contributo del lavoro di consapevolezza: cercare di fondare dentro di sé un nucleo forte della propria presenza, di un rapporto vivo con la realtà, ricco, attraverso l’esperienza del momento presente, sperimentando anche la possibilità di stare nella sofferenza. L’apertura nel cuore anche nella sofferenza e anche la possibilità della connessione ad una dimensione spirituale di senso.

Altro elemento che mi sembra cruciale è il lavoro sulla dimensione della lentezza e della profondità che si apre nell’attenzione al momento presente. 

Il frutto dell’esperienza

La mindfulness è una via sulla quale iniziare a stare in rapporto con la fatica e la sofferenza in un modo diverso. Come?

  • La consapevolezza ci accompagna e ci ancora nel momento presente grazie a una riduzione della focalizzazione sul passato o sul futuro e una maggiore attenzione al qui ed ora: essere presenti può dare chiarezza e vivacità all’esperienza e creare una più alta qualità dell’esperienza del momento
  • la mindfulness lavora sul radicamento della coscienza nel presente rendendo la mente meno incline ad essere catturata da narrazioni mentali che si autogenerano in riferimento al passato e al futuro e che coinvolgono ruminazione, ansia, rimpianto e altre esperienze che possono impedire una presenza serena nel quotidiano; quindi riduce la ruminazione, il pensare in modo distorto, le preoccupazioni, il monologo interiore negativo, il giudizio
  • Incrementa l’empatia, la pazienza, lo stare con quel che c’è e la gentilezza rispetto a se stessi e agli altri
  • Si focalizza sullo sviluppo di equilibrio nell’attenzione, nei pensieri e nelle emozioni 
  • Può sviluppare la capacità di diventare più consapevoli delle emozioni e rivolgere uno sguardo più chiaro ai nostri modi di pensare e di sentire consentendo di rispondere liberamente piuttosto che reagire sulla base dell’abitudine e delle circostanze riproducendo in modo inconsapevole modalità automatiche

Voci dalle esperienze

Al termine del percorso, in una pratica di scrittura creativa, i partecipanti rispondono a queste domande: 

  • Che cosa mi resta di questo percorso in questo momento? 
  • Che cosa sento di avere imparato di me stesso/a?
  • Quali punti di me stesso/a ho toccato da vicino?

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