Dal percorso dei gruppi presso il San Gerardo

Negli anni 2015-2016 - temi e testimonianze

Scoperta della possibilità e della potenzialità di disattivazione degli automatismi mediante la consapevolezza:

“Sciogliere gli automatismi che spesso mi hanno attanagliato e che ancora oggi ritrovo, ma con una maggiore attenzione; 
Un’esperienza che mi ha aperto alle possibili sensazioni che, uscendo dagli automatismi, posso sperimentare e apprezzare. L’automatismo mi nega tante opportunità;
L’importanza della consapevolezza nella mia vita quotidiana, fino ad ora non ne avevo compreso l’importanza perché presa dai tanti automatismi, le mie azioni erano spesso dettate dall’abitudine e prive della mia presenza; 
Che vivere i momenti della vita con consapevolezza è l’obbiettivo, liberandosi dagli automatismi, dai modi di essere e di vedere le cose che ci siamo costruiti intorno lungo tutta la nostra vita.”

Esperienza della possibilità di una risposta diversa, non reattiva, esperienza della possibilità di stare con la contrazione della reattività nella sofferenza, dal dolore fisico alla sofferenza emotiva, sia nella pratica formale che in quella informale:

“Che c’è un modo, una via per convivere con le proprie sofferenze fisiche e dell’anima e che questo non significa “accettare” una situazione ma semplicemente imparare a guardare la propria vita da una prospettiva nuova a partire da me stessa e da quello che sto vivendo;
La consapevolezza dello stare nelle situazioni concrete, reali e attuali accettandole per quello che sono realmente anche se creano fastidio, rabbia, insofferenza;
Mi resta che esiste un modo diverso di stare nelle situazioni e di reagire a stimoli più o meno fastidiosi e stressanti… tutte queste scoperte mi stanno facendo imparare a stare in un modo nuovo e diverso nelle situazioni, ad essere centrato più sulle cose che sento nel momento presente, ad aprire una porcini verso strade diverse, a disegnare un quadro diverso, ad avere pazienza e aspettare;
Rallentare e guardare il presente… calma serenità accudimento… ascoltarmi sentirmi isolarmi;

Consapevole che non tutto può essere perfetto… e non tutto è come dico io… ma bisogna esplorarci dentro;
Penso di aver imparato che sono in grado di cogliere e utilizzare strumenti diversi dalla reattività per gestire situazioni spiacevoli o di stress, possibilità di stare nelle situazioni spiacevoli o dolorose cercando il modo di conviverci, evitare di cadere nei preconcetti che condizionano negativamente la realtà;
Che non sempre si deve per forza fare e agire… a volte anche scegliere di non fare è la cosa più opportuna per combattere lo stress e i momenti difficili.”

Esperienza della possibilità della consapevolezza del giudizio/portare attenzione senza giudicare:

“Ho capito che sono troppo severa  con me stessa e in tutto metto sempre giudizio, bene/male/più/meno;
Importanza del non giudizio per non influenzare quello che viene o che è stato.”

Importanza del fare esperienza del momento presente, ruolo della consapevolezza del respiro/corpo come ancora al momento presente, soprattutto nella pratica informale quotidiana:

“Mi resta che veramente l’unica cosa che è reale è il momento presente che invece spesso mi sfugge perché la mia mente è rapita dai momenti passati e da proiezioni su ipotetici e magari inverosimili momenti futuri che magari faccio diventare verosimili io;
Ho imparato che mi basta cambiare la mia postura per guardare il mondo che mi circonda con occhi diversi. Ho imparato a respirare quando arriva un brutto momento, ad ascoltare un pensiero alla volta. Ho imparato che certe volte è meglio stare ferma ed ascoltare cosa ci dice il nostro corpo. Ho imparato che il suono esiste e non è sempre fastidioso. Respiro, prendo tempo per me stessa e non per le cose che dovrò fare o che gli altri si aspettano che io faccia ma per respirare meglio il tempo presente;
Ho ascoltato maggiormente il mio corpo, le sensazioni, i messaggi che mi manda la postura che assume;
Mi sono aiutata con la pratica del respiro quando sono stata presa da ansie, insicurezze, stress e la pratica mi ha aiutato e mi aiuta. Per la consapevolezza del corpo devo approfondire la pratica, devo lavorare;
Importanza dello stare nel momento presente per collegarsi a ciò che c’è nella realtà oggettiva, possibilità di trovare modi differenti di stare nelle diverse situazioni che la vita propone. Sviluppare e utilizzare la consapevolezza e l’attenzione consapevole come metodo per restare ancorati al momento presente, consapevolezza di non poter controllare e gestire ogni cosa. Importanza del respiro come mezzo;
Ho compreso quanto fa bene a me stessa essere “presente nel momento presente” e guardare i dolori della vita come fatti accaduti, come se fossi uno spettatore che guarda un film.”

Consapevolezza delle emozioni e delle situazioni relazionali fonte di disagio:

“Ho toccato da vicino che non parto mai da me ma dal compiacere gli altri;
Accettare le emozioni e viverle senza volerle negare o eliminare;
Aver vissuto delle esperienze indotte attraverso esercizi e pratiche, rompendo quelle aspettative che in altre circostanze avrebbero azzerato le emozioni. Sapere che le emozioni non sono sempre dovute ad eventi esterni ma anche a come le gestiamo noi;
Paura della sofferenza emotiva, paura di non gestirla, possibilità di gestirla, riuscire a gestirla, condivisione stati emotivi, fragilità, riconoscere i limiti;
Ho imparato a vedere come spesso, se non sempre, abbia la paura delle conseguenze delle mie azioni, del fatto che possano non essere esatte, o di come possano arrecare disagi agli altri e di come se l’altro ha una lettura diversa dalla mia allora la mia è sbagliata;
In questo momento mi rendo conto di essere una persona di carne ossa e mente che non è più disposta a farsi spolpare. Non voglio più vedermi come un kebab dove tutti tolgono  un pezzo lo mangiano e se ne vanno lasciandomi con qualcosa in meno. Ho capito cosa non voglio più che capiti o almeno provare. Mi sento una persona che ha dei confini e non sono più disposta a farmi prosciugare. Mi sento meglio perché ho intravisto una via diversa e guardo gli altri come formiche operose che vogliono ancora attaccarmi ma non fanno più male.”

Consapevolezza dei pensieri come pensieri:

“Vedo i miei pensieri e li guardo da lontano, cerco di non giudicarli, li ascolto. A volte mi fermo e l’orologio non si ferma, la vita prosegue lo stesso ma in un modo migliore;
Mi sono resa conto di come fuggo ai pensieri rifiutando di vederli e di leggerli preferendo l’automatismo del fare e dell’assecondamento;
Non so se riuscirò ad avere sempre una mente vigile e presente, ma già l’averne consapevolezza è consapevolezza. Questo mi permette di vedere in modo distaccato dalle emozioni quanto vissuto, aiutandomi così a non farmi sopraffare dai pensieri che mi tormentavano all’inizio del corso.”

Esperienza della condivisione nel gruppo di una comunanza, universalità della condizione vissuta:

“Che tu non sei una mosca bianca perseguitata dalla sorte ma molti sono come te e fanno fatica a trovare il modo per stare meglio;
Vedere e ascoltare il vissuto degli altri ritrovando comunanze e imparando dalle differenze;
Mi resta che ci sono tanti punti di contatto con gli altri nelle esperienze, reazioni, modi di essere e di stare che mi riscaldano dentro e mi fanno sentire in compagnia;
Ho imparato che negli occhi di una persona c’è non solo il dolore ma la pace e che non guardiamo mai gli altri. alcuni occhi non li avevo mai nemmeno notati e soffermandomi dentro di essi mi hanno riempito e detto più di molte parole.”