Le competenze relazionali

Le competenze tecniche legate alla gestione del colloquio si innestano e si radicano dentro questo lavoro personale che apre uno spazio allo sviluppo di competenze relazionali che afferiscono alle fondamentali condizioni  identificate da Carl Rogers della congruenza, della considerazione positiva incondizionata e dell’empatia. 

Intendo per congruenza l’autenticità del counsellor nella relazione, il suo essere “liberamente e profondamente se stesso, e la sua esperienza reale è fedelmente rappresentata dalla coscienza. Non assume perciò, in nessun caso, consciamente o inconsciamente, atteggiamenti di circostanza…L’essere autentici comporta il difficile compito di essere in contatto con l’esperienza che fluisce momento per momento, dentro di noi, modificandosi continuamente e in modo assai complesso”. Dalle parole di Rogers emerge la stretta correlazione tra la competenza relazionale della congruenza e il lavoro di pratica di consapevolezza sul radicamento nel momento presente. 

La competenza relazionale della considerazione positiva incondizionata è intesa come un “accettare con calore ogni aspetto dell’esperienza del cliente, in quanto parte essenziale di esso… Implica l’accettazione di tutti i sentimenti espressi dal cliente: tanto quelli negativi “cattivi”, pieni di paura e di dolore, difensivi o anormali quanto quelli “buoni”, positivi, maturi, fiduciosi, sociali; … è l’opposto dell’atteggiamento di valutazione selettiva… E’ un tipo di interesse pieno di forza che non pretende nulla… dà valore al cliente in modo assoluto, non condizionato… E’ un sentimento spontaneo, positivo, senza riserve e senza valutazioni; implica l’assenza di qualsiasi tipo di giudizio.” Anche in questo caso è evidente come si tratti di una competenza che può installarsi solo grazie ad un modo di essere e non all’utilizzo di una tecnica.

Rogers definisce la terza competenza relazionale in questi termini: “Sentire il mondo personale del cliente “come se” fosse nostro, senza però mai perdere la qualità del “come se”, questa è l’empatia; sentire l’ira, la paura, il turbamento del cliente, come se fossero nostri, senza però aggiungervi la nostra ira, la nostra paura, il nostro turbamento, questa è la condizione che tentiamo di descrivere.”